Oggi alla macchinetta del caffè tre mie colleghe, età tra i cinquanta e i cinquantotto anni, stavano facendo i calcoli di quando andranno in pensione.
La più fregata di tutti è la mia collega G. 59 anni e quaranta di contributi che con il sistema precedente ancora un annetto e mezzo e toglieva le tende, con somma gioia sua e dei cinque poveri cristi (me compresa) che se la sorbettano tutto il giorno e tutti i giorni. Con il nuovo sistema andrà in pensione fra quattro anni. E’ possibile che suo marito e suo figlio diventeranno dei SuperMarioFan, per questa ragione (e come dare loro torto)
Le altre due i requisiti per andare in pensione a breve non ce li hanno (ma potevano rientrare nelle cosiddette finestre quelle delle somme anni di età più anni di contributi) Ma per loro i conteggi cambieranno con il passaggio dal sistema contributivo a retributivo perchè hanno entrambe storie lavorative tipo la mia: un tot di lavori cambiati, passaggio di mansioni diverse e, finalmente, solo tre o quattro anni fa l’agognata promozione con uno stipendio ben differente rispetto a quello o a quelli che percepivano prima. Chiaramente devono fare bene i conti per decidere cosa fare e quando andare in pensione. Ogni anno di anticipo costerebbe loro tre o quattro punti percentuali di pensione in meno al mese sul massimo che prenderebbero, e sono un bel po’ di soldi…..
Io che, per una serie di ragioni e casini vari, ho iniziato a lavorare regolarmente abbastanza tardi e ho versato i contributi per una decina di anni alla gestione commercio raggiungerò i 41 anni di contribuzione quando avrò esattamente settant’anni!!!!
Pretendo il monumento da parte dell’INPS… “al contribuente perfetto” 😦
Elisa