Fa caldo, c’è un tasso di umidità spaventoso, e io vado a letto la sera che colo come una fontana, nonostante docce e finestre aperte per fare corrente. La mattina mi alzo conciata peggio della sera e passo direttamente dal letto alla doccia. L’effetto benefico durerà si e no cinque minuti. Poi trascorri le otto ore canoniche di lavoro in un ambiente con aria condizionata a palla e scambi il “più o meno” benessere atmosferico con un clima da sclero totale:
“la mia pratica non è stata ancora lavorata”
…”ma se me l’hai mandata ieri pomeriggio…”
…”si ma io ho l’obiettivo”
moltiplicate il tutto per almeno venti colleghi che interloquiscono così ogni ora di lavoro…
Quelli che lavorano…
Perchè poi ci sono quelli che fanno comunella in corridoio sulla spending review (sette euro di ticket! Ma quanto ti manca per andare in pensione? Quanto hai di contributi? Tagliassero dove dico io!!! ecc…) e lo stesso mantra ripetuto ogni tre passi con tutti…
E la collega che sbraita perchè il vicino di scrivania è andato in ferie senza finire le chiusure trimestrali e semestrali quando ormai sono tre anni che si lavora insieme e il collega sceglie sempre per fare un po’ di ferie fine dicembre, fine giugno, ecc… e che chiaramente deve fare tutto lei….Prenderlo per il collo e chiarire un po’?
e tu, circa un mese prima della scadenza: guarda che se hai bisogno di una mano, dimmelo!
No, No, grazie, penso di cavarmela!!!!
In conclusione: quando arriva il 20 di luglio, che ho bisogno di ferie? 😦
Elisa