La mia famiglia. madre e padre, è piemontesissima nel senso che generazioni di avi sono nati tra il Canavese, Biellese e Torinese. Io sono nata e cresciuta in Abruzzo per quella serie di combinazioni di lavoro, eventi e altro che hanno portato i miei genitori a vivere per più di trent’anni a Pescara. Ma poi, alla morte di mio padre, io e mamma abbiamo fatto il percorso al contrario per poi renderci conto, sulla nostra pelle, che tutta la “nostalgia per le natie terre” non sempre paga. Un giorno, ero a Trieste, e stavo passeggiando vicino al Museo del Mare e un tizio mi si avvicinò e mi chiese da dove venivo io risposi Torino e lui mi guardò perprlesso, non ho un accento nordico e lo capivo, e poi specificai che ero nata e cresciuta a Pescara e lui: “chi nasce con i piedi bagnati nell’acqua si riconosce sempre”. Ci risi sopra.
Due settimane fa un amico e collega di mio padre telefonò a mamma per dirle che avevano deciso di dedicare un Pino di Aleppo che sarebbe stato piantumato il 2 giugno in un parco pubblico vicino a dove abitavamo, un parco che tutta la famiglia (mamma, papà, io e fratello) avevamo contrinbuito insieme a ennemila altre persone a strappare alla solita lottizzazione selvaggia approfittando di una legge che restò in vigore si e no sei mesi ma che permise al Comune di vincolare e comprare l’area per un prezzo bassissimo dal proprietario (vi ricordate la Legge Bucalossi?) e il parco divenne di tutti. Intanto ho scoperto che il Pino di Aleppo era molto diffuso lungo la costa del pescarese, per poi scomparire.
Comunque è stata una bellissima cerimonia alla quale hanno partecipato tutti i colleghi di allora di mio padre e di mia madre un po’ ingrigiti, ma sempre loro e poi alla lettura delle motivazioni e alla posa della targhetta mi è preso un magone per i ricordi di quando ero bambina e andavo al mare attraversando il parco.
Forse in quel parco ci sono rimaste ancora un po’ delle mie radici. Visto mai? 🙂
Elisa