Dicasi breadwinner, colui che porta il pane a casa per il sostentamento della famiglia. In un sistema economico industriale di tipo tradizionale si individua normalmente con l’uomo padre e marito e la donna normalmente o a casa ad accudire la famiglia o con una occupazione diciamo “marginale” rispetto ai bisogni della famiglia. Non so quanti di voi avranno sentito dire di una donna sposata come se fosse una cosa bella “lei si che è fortunata! Il marito è benestante ha un buon lavoro e può mantenerla come una vera signora!”
Io provengo da una famiglia dove tutti – uomini e donne – hanno sempre lavorato. I bisnonni/e lavoravano tutti/e i miei nonni/e erano commercianti e mia madre non ha mai pensato un solo secondo di stare a casa a fare la madre di famiglia, per cui questi discorsi mi hanno sempre trovata un po’ contrariata: l’indipendenza economica dal padre o dal marito è un valore irrinunciabile, la vita non sai mai cosa ti riserva e (divorzi, vedovanze, salute, ecc…) poi vuoi mettere la soddisfazione di gestirti i “tuoi” soldi, il “tuo” stipendio?
Tutto questo per introdurre la seguente osservazione da ” storie da macchinetta del caffè”. Molte mie colleghe hanno mariti con lavori autonomi o nel settore privato e per anni i consorti hanno visto lo stipendio della moglie come un di più, un accessorio rispetto al reddito familiare. Qualche marito l’ho sentito io con le mie orecchie in occasione di cene o altri incontri dire “beate voi che lavorate nel pubblico e che “non vi stressate-uscite quando volete”. Vabbè
E’ un po’ di tempo ormai che le cose si sono drammaticamente rovesciate e ora le breadwinner sono le mie colleghe o perchè i mariti hanno perso il posto di lavoro (situazioni più estreme e drammatiche ma che non mancano) o perchè hanno diminuito il loro giro di affari.
E i mariti come reagiscono? Andando in depressione, avendo attacchi di panico, diventando anche aggressivi e pericolosi (ho raccolto qualche piccola confessione). Mariti che invece di essere grati alle loro mogli di lavorare di contribuire al menage familiare e farsi carico della famiglia, sembrano quasi prendersela con loro.
Risultato: colleghe stressate e preoccupate perchè oltre ai figli da mandare a scuola, i genitori anziani, la casa da gestire ora hanno anche il marito depresso e nervoso.
Bella situazione di merda.
Scusate il francesismo
Elisa….. ma abbiamo la vita clonata?
Una nota: mia mamma ha fatto per scelta la casalinga. Se ritornasse indietro lavorerebbe, e non concepisce la donna che non lavora.
PS posso scriverti in privato?
Ciao Economa,
certo che puoi scrivermi, ci mancherebbe
Ti ho inviato una email, spero ti arrivi
Baci
Post amarissimo. Ne conosco pure io, di storie così. Anche qui, nel favoloso Nord-Est.
Anonimo SQ
Devo dire che confrontando il favoloso Nord-Est con la bolgia dantesca della Capitale e di tutto ciò che ruota attorno a Roma (l’intera regione Lazio e parte della Campania), la situazione del primo è molto peggio.
Che vuoi, non per avere posizioni leghiste, ma lì sono più vicini alla stalla della mungitura, e qualcosa arriva sempre (parliamo di Alitalia, tanto per dire ?).
Anonimo SQ
Io veramente parlavo delle direzioni generali delle multinazionali, e di posizioni per cui serve la laurea.
Sono della generazione successiva alla “vera grande mungitura” di Stato, Parastato ed Enti finto Stato come Alitalia.
Io parlavo invece di economia fatta da fabbiche che producono materialmente manufatti, magari anche da terzisti, fatti da operai, tecnici specializzati ed ingegneri di azienda.
Non di direzioni imbottite di economisti, avvocati e simili, che mai hanno fatto un vero lavoro in vita, però detengono il potere, e ci dirigono come vediamo.
Anonimo SQ
Siamo un paese dove ik 90% delle imprese hanno meno di 5-15 dipendenti, giusto l’imprenditore, la sua famiglia e qualche dipendente, gente che si fa il mazzo e che investe tutto nel suo lavoro. E’ chiaro che la crisi la viva come un fallimento. Però è stato un modello di sviluppo miope che si basava solo sull’autosfruttamento o sfruttamento del fattore lavoro e con la globalizzazione è andato in crisi.
AnonimoSQ, io vivo in Veneto, in uno dei tanti decantati distretti. Vuoi che ti parli dei terzisti a cui hanno tolto gli appalti quando si sono accorti che di giorno producevano per la griffe e la notte i falsi della griffe? O della gente che prendeva in giro chi studiava perché tanto dopo la terza media c’era la fabbrica e ora si ritrova ad insultare quelli che sono venuti dal Sud (con la laurea) a rubare i posti fissi mentre lui è a spasso? Degli operai improvvisatisi imprenditori (e taccio sui risultati)? Di chi si lamenta perché chiudono distretti sanitari ed ospedali, ma non dice che nessuno della propria generazione si è laureato in medicina e i medici scarseggiano?
Questo Veneto sta fallendo proprio perché mancano le professioni intellettuali e il livello culturale è bassissimo. Qui ingegneri di azienda sono richiesti solo nelle fabbriche che non hanno seguito il “modello Veneto”, ma quello lombardo. O romano, che dir si voglia.
Io della grande mungitura non ho proprio avuto sentore: assunta nel 2008 all’inizio della grande crisi economica e sono cinque anni che, ad esempio, non ho visto un aumento di stipendio. Anzi lo vedo calare anno dopo anno. Per carità meglio che stare a caaa, ma allora cosa si è sprecato per un accanimento così sul dipendente pubblico? Anche in questo caso chi viene dopo paga per chi c’era prima
Elisa