Archivio | dicembre, 2013

s-freccia, ma non il locale….

30 Dic

Mio cugino è un frequent flyer insomma usa molto l’aereo per lavoro e ogni tanto gli scappa un volo in omaggio per qualche destinazione a scelta e allora lui e mia cugina partono per un viaggetto a due….
Io, causa fratello e nipotanza a Roma, sono una “frequent train” (si dice così?): con una frequenza di ogni due o tre mesi acchiappo il frecciarossa e vado da sola o con mamma a trovare i famigli e, di viaggio in viaggio, accumulo punti e ho scoperto che la prossima volta ci scappa un biglietto aggratise…. Meglio di un pugno in bocca. Non so se avete mai prenotato il frecciarossa on line, ma la prima soluzione che vi propone è sempre la più economica e a volte ci scappa che la seconda classe (che ora chiamano “standard”, e non ho capito come mai seconda non vada bene) non ha più offerte disponibili, mentre la prima (o premium, business, executive con opzione “carrozza del silenzio”) ha ancora delle promozioni aperte e insomma, a farvela breve, potete viaggiare comodamente in business e pagare meno della seconda a prezzo pieno. Come mi è capitato ieri sera. Anche questa volta non sono riuscita ad andare a trovare la mia amica di blog ma in quattro giorni compreso il viaggio, mi era praticamente impossibile programmarlo, spero che la diretta interessata mi scuserà 😦
Comunque in business c’è un gentile addetto che ti porta bevanda-snack- e il quotidiano. In realta, da buona torinese, avevo comnprato già La Stampa, e stavo sfogliando il giornale quando mi è cascato l’occhio su di un articolo che in sintesi spiegava come il buon Amministratore Delegato Moretti insieme alla sua dirigenza abbiano cannato le previsioni sull’andamento del traffico pendolari. Hanno comprato un tot di treni ad Alta Capienza per linee tipo la Torino-Milano spendendo un tot di milioni di Euro grazie a cospicui finanziamenti pubblici da parte delle Regioni, investendo, contemporaneamente, l’impossibile sull’Alta Velocità e le varie Freccie Rosse-Argentp-Bianche. Morale della favola, si sono fatti concorrenza da soli, altro che Italo! Sulla linea Torino-Milanom ad esempio, molti pendolari (10-15% circa del totale) si sono fatti due conti e hanno deciso che tre quarti d’ora contro quasi due ore e il maggiore confort, valgono il maggior prezzo rispetto al viaggiare sull’interegionale, per quanto nuovo e a maggiorcapienza di posti a sedere. Le Regioni sono incazzate nere perchè gli stessi soldi avrebbero potuto spenderli, sempre rimanendo in ambito piemontese, ad esempio per la Torino-Ventimiglia in odor di essere soppressa…Tanto per dire!
Queste scelte sbagliate, che poi non ci andava un genio a pensarci, fanno così che in alcune linee viaggino interregionali semivuoti e con più posti a sedere di quelli che servirebbero e su altre linee, vedi la Torino-Chivasso-Aosta. si continua a viaggiare su delle carrette sporche e, nelle ore di punta, schiacciati come delle sardine. la differenza tra le comode poltrone dell’Altavelocità e il carrobestiame dei treni locali è a dir poco abissale. Forse programmare meglio e ripensare anche la TAV?
Elisa

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130 miliardi di evasione

14 Dic

Mica bruscolini! A tanto ammonta in un anno l’evasione fiscale nel nostro Paese. Sarà anche vero che abbiamo una tassazione da paura, che il costo del lavoro è eccessivo (ma comprende anche i contributi pensionistici, l’assicurazione contro gli infortuni, e la cassa integrazione guadagni che oggi viene utilizzata a manbassa) che l’IRAP è una cosa assurda, una tassa sulla tassa, che andrebbe abolita, ma insomma e la lotta alla evasione? A quelli che di pagare le tasse non ne hanno mai visto l’esigenza? Ma farla sul serio e non con il “ti becco ti mando una cartella da 1000 e poi ci accordiamo per pagare 100 e se ne incasso 5 è grasso che cola” come poi alla fine succede. Cosa ne pensate dell’effetto deleterio dei vari condoni la tomba delle tasse?
Ma quanti servizi pubblici si possono pagare con 130 miliardi? Posti di lavoro creare? Quante tasse in meno pagare, chi le paga? E avere una sanità migliore, le strade senza buchi, i trasporti pubblici più invidiati del mondo, treni interregionali puliti e puntuali. Stilate la lista dei desideri….
Ai 130 di cui sopra aggiungetevi un 200 miliardi che sarebbe il giro di affari della criminalità organizzata, esentasse e esente giustizia, e ci sarebbe da essere la prima nazione del mondo.
Certamente mi fanno incazzare i politici che invece di prendersi le loro responsabilità e legiferare, vigilare, amministrare, insomma fare il loro lavoro, vedono la loro posizione solo come una occasione di arraffare il malloppo e arricchirsi in modo becero e disgustoso, mica solo con appalti truccati, mazzette (squallore!) ma caricando sul conto del proprio elettorato in termini di rimborsi qualsiasi spesa, anche la più assurda tipo le ricariche telefoniche dei figli…. Personalmente li caccerei a calci nel sedere e li metterei in carcere il giorno stesso. Ma non sono i soldi da loro rubati e gli stipendi loro pagati la vera questione. Questi incidono l’uno per mille a dire tanto.
Lo spreco sta nella evasione colossale, nella burocrazia assurda e io che lavoro nel pubblico me ne vergogno e nel mio piccolo cerco di contrastarla, ma sono una misera funzionaria livello basic e conto che manco un capello….
E non è neanche riducendo il personale nella pubblica amministrazione che si risolvono i problemi, anzi a mio parere in alcuni settori, vedi scuola, sanità e ospedali ad esempio, ci sarebbe bisogno di molto più personale, ma spesso è maldistribuito, malgestito, con dirigenti che andrebbero presi e licenziati in tronco perchè pensano solo a non avere grane e ad arrivare alla pensione senza incorrere in problemi. Potrei scrivere post su post su situazioni come questa.
Insomma acchiappa l’impiegato lavativo, mandalo a casa e sostituiscilo (e anche il suo Capo) con una persona che abbia voglia di lavorare.
L’antipolitca dei forconi del “tutti a casa levatevi dalle palle” sarà anche comprensibile, ma non la condivido perchè non serve e non costruisce nulla e non ha futuro. E non servono i forconi a farci capire che le cose non si risolvono così, basta vedere la magra figura che stanno facendo i deputai cinquestellati in Parlamento. Cosa hanno fatto? Facile fare i “tutti a casa” quando si è fuori dai giochi. E’ quando sei dentro al meccanismo politico-governativo che le cose si complicano e devi scendere a compromessi e smetterla di fare il “duro e puro” e rimboccarti le maniche.
Stiamo a vedere cosa riuscirà a fare Renzi, per ora
Elisa

Forconi del c…o

11 Dic

Allora io sarei una di quelle “privilegiate” che ha “postofisso-stipendiofisso”. Ok sto meglio rispetto a tanti lavoratori privati che si sono visti lasciare a casa perchè il loro datore di lavoro pseudo-imprenditore ha chiuso-smobilitato-delocalizzato. Ma magari lo stesso datore di lavoro ha anche rubato a manbassa contributi allo Stato in termini di anni di cassaintegrazione pagata con la promessa di riprendere l’occupazione senza mai averne avuto intenzione o mai fatto più di tanto per impegnarsi a investire. Perchè non dimentichiamoci che la Cassa Integrazione è un ammortizzatore sociale nato inizialmente per quelle imprese in crisi ma che si impegnano a risollevarsi dalla crisi e quindi dovrebbe essere “temporanea” e non durate dieci anni come per la Fiat. Non che mi stiano antipatici o ce l’abbia con i dipendenti della Mamma di tutte le fabbriche ma non ci prendiamo in giro, che siamo tutti adulti. Invece di dare incentivi alla Fabbrica, davamo un reddito minimo ai suoi diecimila dipendenti accompagnandoli alla pensione e ci costava meno.
E i commercianti che ora piangono che non ce la fanno a pagare le tasse e le cartelle esattoriali vogliamo dirlo quanto hanno evaso negli anni di vacche grasse e scontrini liberi? Se io andavo dall’elettricista a pagare la fattura della riparazione dell’interruttore con il bancomat la sua candida commessa mi diceva “c’è la banca qua di fronte, preferirei i contanti.” Oggi ho cambiato elettricista. E non parlaimo dei negozianti che dichiarano meno della loro commessa, i professionisti meno della loro segretaria, ecc….
Ora i controlli sono più serrati (più o meno) la gente che compra vuole il pezzettino di carta che attesti quel che ha comprato, e soprattutto…. ci sono meno soldi da spendere perchè c’è la crisi e le entrate sono minori per tutti e quindi caro forcone, quello che non hai pagato sotto forma di tasse negli anni passati quando i soldi per farlo li avresti avuti ma li hai allegramente spesi senza pensarci troppo, ora ti tocca farlo moltiplicato per due o per tre…. Ma ora non hai soldi….Cazzi tuoi…. avessi fatto un po’ meno il succhiasangue prima!
Ma soprattutto, smettiamo di chiamare privilegiati i dipendenti pubblici “posto fisso- posto sicuro” perchè, vorrei ricordare, ho studiato, preso una laurea, fatto un concorso (e senza santi in paradiso) e non ho avuto ragali da nessuno.
Elisa

Sclero di fine anno

4 Dic

E ci siamo. E’ arrivato il fine anno e come ogni ufficio contabilità che si rispetti ci si dovrebbe apprestare alle operazioni di chiusura e quadratura conti. Facile a farsi se lavorassi in un ufficio tranquillo e normale e se tutti nel corso dell’anno avessero fatto in maniera costante il loro dovere. Ma:
1) Capa1 ha deciso di riverniciare casa proprio adesso e si è presa dieci giorni di ferie per risisistemare.
2) Capa2 si è accorta al solito che collegalavativo non ha nessuna intenzione di lavorare più del solito “poco” che fa e va piangendo “me misera me tapina” a tutti ma di mettere in riga collegalavativo manco ci pensa.
3) Capa2 si lamenta con i dirigenti che o si mettono anche loro in ferie o fanno orecchie da mercante (come per gli altri 11 mesi del’anno, del resto)
4) I colleghi degli altri uffici trovano ennemila “pratiche-urgentissime del genere “il tipo aspetta i soldi e rompe le balle un secondo si e l’altro pure se non lo paghiamo”, e poi scopri che il tizio è da sei mesi che aspetta e si è giustamente rotto le palle… e i simpaticissimi colleghi vi rovesciano ennemila pratiche “urgentissime” e se tu fai presente che sono urgentissime dal mese di luglio ti dicono “e vabbè ma avevo anche tante altre cose da fare molto più urgenti”…come se tu invece non avessi un cazzo da fare tutto il giorno.
5) La collega della sede ics ti chiama perchè non sa come lavorare una pratica urgentissima e complicatissima e tu ti scervelli per darle una mano o trovare qualcuno che sappia come fare (perchè se io potessi/sapessi fare il lavoro della collega la pratica sarebbe stata lavorata un secolo fa, ma ometto di drlo). Dopo due ore di delirio, scopri che lo STESSO ufficio della STESSA sede ha lavorato una pratica IDENTICA solo due mesi fa…. Ma parlarsi no?
6)Capa2 ti annuncia che siccome Capa1 è stata stronza mettendosi dieci giorni in ferie in questo periodo e ha mollato lavori urgenti che ora “se non ci fossi io col piffero che verrebbero svolti”…. Domani mi tocca dedicarmi per tutto il tempo ad aiutarla al posto di collegalavativo e non mi azzardi a fare altro….
Una normale giornata di sclero di fine anno, insomma.
Ma solo nel mio ufficio si sono riversati i più esauriti colleghi che ci possano essere?
Spero di sopravvivere
Elisa

leggi alla voce co-abitare

3 Dic

O co-housing come va di moda oggi.
Sono reduce da una mattinata di Convegno su co-ederly che non sarebbe una parolaccia ma una forma di co-housing studiata per chi si avvicina all’età del “casa-spesa-passeggiata ai giardinetti-orto”, perchè a quanto pare, a sentire gli esperti, agli anziani pensionati potrebbe interessare solo giocare a carte, chiacchierare dei “bei tempi che furono”, cucinare insieme e “darsi all’orto o al giardinaggio”. Chissà perchè esiste questa idea che una che a malapena si prepara un piatto di spaghetti o una fettina in padella e che l’unica piantina che riceve annualmente in regalo riesce a farla stecchita nel giro di pochi mesi, all’improvviso, una volta scoccata l’età del “non me tocca più alzarmi e andare al lavoro” dovrebbe diventare un espserto di rose e ortaggi e imparare a maneggiare padelle e fornelli da far invidia a tutte le Parodi d’Italia. Questo pensavo mentre stamattina ascoltavo le pioniere svedesi e inglesi del cohousing, quelle che da quarant’anni hanno fatto della condivisione di spazi e attività casalinghe con altre persone una filosofia di vita. Pare che da quelle parti abbiano rischiato la rottura per litigi sul colore delle tende del salotto!!!
Non ci sono andata perchè presa da un attacco di masochismo, ma perchè sto incominciando a pensare come trascorrere la mia vecchiaia, se non schiatto prima e allora amen tutto risolto, senza dover rompere le scatole e stare sulle croste a dei nipoti che, probabilmente, abiteranno in Australia o in Sudamerica o chenessòiodove…. Insomma giusto per vedere come posso garantirmi una vecchiaia serena, confidando in uno stato di salute abbastanza buono. Se poi mi verrà l’alzheimer, bhe non capirò più nulla…
Insomma anche sul co-housing la differenza tra italiani e nord-eropei si staglia alla grande, perchè noi:
a) diamo per scontato che a occuparci di noi siano sempre e comunque parenti e figli e quindi che bisogno abbiamo di andare a cercarci una sistemazione alternativa.
b) siamo per l’80% proprietari dell’alloggio dove viviamo e ce tocca maneenere i figli disoccupati-precari-bamboccioni fino quasi al “loro” pensionamento, gli lasciamo l’alloggio e dobbiamo pure pensare di non creare problemi alla prole una volta anziani?
c) ma si, saremmo pure disponibili a convivere con un coetaneo/a simpatico e che non rompa troppo, ma “non abbiamo un secondo bagno da dividere e quindi non se ne parla”
Insomma o sei solo/a senza nessuno al mondo, o il problema noi italiani non ce lo poniamo.
Per ora le poche esperienze di co-housing esistenti sono fatte su iniziativa dei Comuni, con palazzine ristrutturate e date in gestione a cooperative o associazioni non-profit. Sono gestioni miste che mettono insieme, mamme scappate di casa con i figli da mariti violenti, sfrattati che hanno perso il lavoro e non possono permettersi l’affitto, giovani che altrimenti non potrebbero andarsene da casa, stranieri extracomunitari con prole a seguito e anziani singoli o in coppia in lista per un appartamento di edilizia pubblica e quindi “ciccio o ti prendi quello in co-housing o arrivederci e grazie”.
Ho deciso da che parte stare: quando andrò in pensione metterò su una cooperativa….
Elisa