Archivio | gennaio, 2014

giri di valzer

24 Gen

Come seguito al post precedente, perchè un seguito esiste, alla stagione dei pensionamenti di massa senza sostiuzioni neanche minime con giovani in attesa di occupazione, si è aperta la “Season” quella dei grandi balli. Io non so ballare e non ho abbastanza titoli per farlo e ne sono assolutamente esclusa. E poi questa situazione mi schifa abbastanza.
Il fatto è che andando in pensione persone a fine carriera e per la maggior parte di loro con Posizione Organizzativa o di Settore, ecco che si liberano posti e aumentano gli appetiti di chi a quei posti aspira. I più previdenti e anche i più titolati, hanno presentato la domanda di trasferimento nell’ufficio ICS attiguo a quello dove il titolare va in pensione, sperando poi di “scivolare” al momento opportuno nella posizione rimasta scoperta. Il problema è che ad avere questa brillante pensata sono stati in molti e le domande sono state tante ed è risaputo, noto e appurato che ai Dirigenti Pubblici prendere una qualsivoglia posizione o decisione e fare una scelta che accontenti qualcuno ma scontenti altri, fa piacere come beccarsi la polmonite alla vigilia delle ferie. E allora vai di “riunioni, incontri informali, colloqui” prima con il “pretendente al trasferimento” pinco e poi con panco ecc… alla insegna del “ma non si trova bene qui, ma come mai, ma cosa è successo, posso fare nulla per farle cambiare idea” arrivando a livelli indegni pur di evitare di dover scegliere, come quello – giuro – di rispolverare una vecchia di tre anni domanda di una mia collega che ha chiesto di essere trasferita perchè stufa di fare sempre lo stesso lavoro senza un minimo di considerazione. La collega aveva chiesto di partecipare ad un corso di formazione su contratti e appalti ma le era stato negato perchè mancavano i soldi, ora “Nulla osta” alla partecipazione al corso….ma non allo stesso percnè troppo caro, ma uno simile che si svolge nella stessa città, con altri docenti e spalmato su dieci giorni anzichè due. Vabbene che costa meno e non paghi la trasferta, ma ti costa dieci giorni di lavoro mancato!
Insomma roba da vomito
Ci sono poi le domande di trasferimento di quelli che all’idea di avere come superiore il tizio o la tizia in arrivo da un altro ufficio sarebbero disponibili a fare anche i pendolari in altra sede, con il risultato che un dirigente ha ricevuto contemporaneamente quattro domande di trasferimento in un ufficio che conta sei dipendenti. Non so se rendo l’idea….
E anche in questo caso si dovrà scegliere: tu si e tu no. E vale quanto scritto sopra….
Alla faccia dei disoccupati, degli esodati, che sfuggono dalla umana comprensione di molti miei stimatissimi colleghi
Elisa

Pubblicità

Liste tanto attese

22 Gen

E’ dai tempi di Madama Fornero, delle sue lacrime da coccodrillo alla tele e la sua odiatissima riforma, che nel mio ufficio le attendevano come si attende la risposta ad una domanda di lavoro, o gli esiti di un concorso. E ora sono arrivate, le liste con l’elenco di tutti quei colleghi che hanno raggiunto i requisiti per andare in pensione perchè hanno più di 35/40 anni di contributi ma non ancora i fatidici 65 anni. Se vogliono lor signori possono fare richiesta e andare in pensione a partire dal “prima possibile” …. Ed ecco che alla macchinetta del caffè o nei corridoi trovi alcune colleghe con un sorriso da orecchio a orecchio che pensano a tutto quello che potranno fare “stare con i nipotini, ritornare finalmente al paese a godersi il sole, fare viaggi con il camper” o magari programmi meno allegri come “stare più vicino a genitori anziani e bisognosi di cure”. In quest’ultimo caso il sorriso scompare….
Poi ci sono le colleghe e i colleghi che nella lista non ci sono perchè non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione e in questo caso alla macchinetta del caffè incontri due gruppi di persone:
gruppo a) qualli che lo sapevano, sono rassegnati e ci ridono oppure non ne parlano proprio e sono contenti per i colleghi che vanno in pensione.
gruppo b) quelli lividi perchè non possono andare in pensione per un mese di malattia di troppo, sei mesi di aspettativa causa bimbo o genitore malato, oppure aspettativa per preparare un concorso, e similia…
Questi ultimi si distinguono per le battutine al vetriolo che lanciano all’indirizzo dei fortunati pensionandi “Poi invecchierai, ti annoierai, tuo marito non ti lascerà più in pace e nella migliore delle ipotesi divorzierai—” Carine/i vero?
E poi aggiungono “e adesso ci toccherà tutti i mesi partecipare a collette per comprare regalini, partecipare a feste con salatini insipidi, pasticcini e spumantini e poi baci e abbracci, fatti sentire, passaci a trovare, ecc…” Dovrei registrare il livello di cattiverie che riesco a sentire in questo periodo.
Il prossimo mese ci saranno i primi due pensionandi con le prime due feste di saluti.
“Sai che novità”. mi fa la mia coetanea collega M. che alla pensione non ci pensa come me perchè sarà da fame e dopo ennemila anni di lavoro residuo-“ne abbiamo già fatte tante in questi cinque anni di feste di questo tipo in ufficio”
“E no cara” rispondo io “questa è la prima della lista dei pensionandi, e ci sarà da ridere a vedere le facce livide dei nostri colleghi, alle prese con la solarità e la felicità dei festeggiati che dal giorno dopo butteranno il badge nella spazzatura”….
Fossi in loro starei attenta a bere lo spumantino….
Elisa

esther

16 Gen

Oggi una mia collega di origini pugliesi per far capire come nel suo dialetto prevalgano le consonanti rispetto alle vocali ha pronunciato una frase che mi ha fatto fare un salto indietro di oltre quarant’anni a quando ero bimbetta. La frase l’ho capita subito perchè sono nata e cresciuta in una regione con un dialetto “vocali optional”, l’Abruzzo. Il significato della frase era: ti ho preparato pane bagnato nell’acqua con sale olio e un po’ di sugo di pomodoro fresco”. Per anni è stata la merenda che Esther, la mia tata, mi preparava in estate, la mia merenda preferita. Esther era una donna speciale, intelligente anche se a malapena sapeva leggere e scrivere e mi raccontava sempre, dietro mia richiesta, di come era stata assunta da mia madre. A farla breve aveva chiesto alla Signora Elvira, la moglie del custode del condominio dove abitavo da bambina, se qualcuno cercasse una donna di servizio o bambinaia ed Elvira l’aveva spedita da mia mamma. “Io mi sono messa carina, la gonna migliore, le scarpe buone, i mocassini mica le ciabatte, la borsetta e pure un cappellino e tua mamma manco mi ha guardata, erano le nove di mattina e mi fa “Ok, ok lei è assunta questa è la casa, qua ci sono le chiavi, questa è la bambina, arrivederci a oggi pomeriggio”, e se ne è andata.
E si, mia mammma è fatta così, uno sguardo e ti valuta se le piaci o no… e ci prende, al 99%
Insomma e così arrivo Esther, quella della merenda del “panonto”. Restò con noi per vent’anni fino a quando non si ammmalò gravemente. Ricordo che l’andavamo a trovare in ospedale praticamente tutti i giorni.
Era una bellissima donna che, poco più che ragazzina, viveva in un paese dell’entroterra abruzzese, e faceva la cameriera a casa di un avvocato, che le mise gli occhi (e anche le mani) addosso. Morale della favola, Esther, che comunque un fidanzato ce l’aveva, rimase incinta e senza lavoro. Si sposò lo stesso e il marito riconobbe la bambina come sua, ma non avevano soldi e lavoro entrambi.
Un giorno Esther esasperata dalla sua povertà e con una bambina da sfamare riuscì a entrare negli uffici del Sindaco, stando ben attenta di trovarcelo e gli disse “Oh Sindaco, sta creatura sta morendo di fame, io il cuore di vederla morire non ce l’ho, te sei l’autorità,, occupatene tu, ti tocca!” e in un mano secondo, prima che il Sindaco potesse reagire, gli lasciò la bimba sulla scivania e scappò via.
Inutile dire che fu riacchiappata, ma il Sindaco, che sarà stata una brava persona a differenza dell’Avvocato che l’aveva “sedotta e abbamdonata” o magari semplicemente violentata, ha trovato un lavoro a lei e al marito.
Questa era Esther, e un ricordo per lei e il suo “panonto” e probabilmente anche peer la mia infanzia….
Elisa

Bus economy: Buona la marmellata ma non per il dipendente

7 Gen

Quando ho qualche ora di cazzeggio disponibile (molto raramente) + ho finito la mia marmellata preferita e il paccone di tovaglioli + finiti i biscotti preferiti e qualche commissione da parte della genitrice, che rompe i servizi di bicchieri a manbassa….al verificarsi della somma di quanto sopra, mi reco presso l’Ikea.. Assolutamente utilizzando il servizio gratuito navetta, utilizzato anche dai dipendenti. Così puùò capitarti di ascoltare un interessante colloquio tra una dipendente e l’autista del mezzo. La ragazza lavora da un po’ di anni presso un centro commerciale di un’altra regione a “tempo indeterminato per 20 ore settimanali” e ha subito un infortunio sul lavoro, evidentemente: sposta e alza scatoloni pesanti di pezzi di mobili e può capitare di farti male. Dopo cure e riabilitazioni, fa fatica ancora ad alzare il braccio e le fa un male cane. Ha chiesto di essere spostata di mansione ma non glielo hanno concesso, anzi glielo hanno concesso solo in parte: non più cassa normale ma cassa veloce. A causa dell’infortunio, malattia, cazzi e mazzi, itra lei e la direzione del centro dove lavora non corre buon sangue e allora…dove lavora il giro di affari è calato e la spediscono per i due mesi natalizi a 800 km di distanza, ad aiutare alla cassa e in magazzino i colleghi di Torino. L’autista fa notare che, contemporaneamente, a Torino l’azienda aveva lasciato a casa senza rinnovare loro il contratto, altre persone assunte a tempo determinato, dicendo che il giro di affari è crollato anche nel ricco nord….tanto per dire….
Eppure per avere un negozio Ikea nuovo in altre zone di Italia, si stanno scannando tra sindaci, e le domande di lavoro che ricevono sono decine di migliaia. Con la fame di posti di lavoro che c’è, se la ragazza si dimettesse, ne troverebbero ennemila disposti a prendere il suo posto. Notare che saranno posti a tempo indeterminato, ma per 20 ore settimanali dove ti prendono e ti spostano all’altro capo della penisola, con pochissimo preavviso, a sostituire l’interinale di turno al quale dicono che non serve più. E non è facile avere un secondo lavoro con questo genere di contratto e clausole. E qui taccio perchè sennò mi sento dire “fai in fretta a parlare tu che un lavoro a tempo pieno ce l’hai”.
Vabbè….
ELisa