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esther

16 Gen

Oggi una mia collega di origini pugliesi per far capire come nel suo dialetto prevalgano le consonanti rispetto alle vocali ha pronunciato una frase che mi ha fatto fare un salto indietro di oltre quarant’anni a quando ero bimbetta. La frase l’ho capita subito perchè sono nata e cresciuta in una regione con un dialetto “vocali optional”, l’Abruzzo. Il significato della frase era: ti ho preparato pane bagnato nell’acqua con sale olio e un po’ di sugo di pomodoro fresco”. Per anni è stata la merenda che Esther, la mia tata, mi preparava in estate, la mia merenda preferita. Esther era una donna speciale, intelligente anche se a malapena sapeva leggere e scrivere e mi raccontava sempre, dietro mia richiesta, di come era stata assunta da mia madre. A farla breve aveva chiesto alla Signora Elvira, la moglie del custode del condominio dove abitavo da bambina, se qualcuno cercasse una donna di servizio o bambinaia ed Elvira l’aveva spedita da mia mamma. “Io mi sono messa carina, la gonna migliore, le scarpe buone, i mocassini mica le ciabatte, la borsetta e pure un cappellino e tua mamma manco mi ha guardata, erano le nove di mattina e mi fa “Ok, ok lei è assunta questa è la casa, qua ci sono le chiavi, questa è la bambina, arrivederci a oggi pomeriggio”, e se ne è andata.
E si, mia mammma è fatta così, uno sguardo e ti valuta se le piaci o no… e ci prende, al 99%
Insomma e così arrivo Esther, quella della merenda del “panonto”. Restò con noi per vent’anni fino a quando non si ammmalò gravemente. Ricordo che l’andavamo a trovare in ospedale praticamente tutti i giorni.
Era una bellissima donna che, poco più che ragazzina, viveva in un paese dell’entroterra abruzzese, e faceva la cameriera a casa di un avvocato, che le mise gli occhi (e anche le mani) addosso. Morale della favola, Esther, che comunque un fidanzato ce l’aveva, rimase incinta e senza lavoro. Si sposò lo stesso e il marito riconobbe la bambina come sua, ma non avevano soldi e lavoro entrambi.
Un giorno Esther esasperata dalla sua povertà e con una bambina da sfamare riuscì a entrare negli uffici del Sindaco, stando ben attenta di trovarcelo e gli disse “Oh Sindaco, sta creatura sta morendo di fame, io il cuore di vederla morire non ce l’ho, te sei l’autorità,, occupatene tu, ti tocca!” e in un mano secondo, prima che il Sindaco potesse reagire, gli lasciò la bimba sulla scivania e scappò via.
Inutile dire che fu riacchiappata, ma il Sindaco, che sarà stata una brava persona a differenza dell’Avvocato che l’aveva “sedotta e abbamdonata” o magari semplicemente violentata, ha trovato un lavoro a lei e al marito.
Questa era Esther, e un ricordo per lei e il suo “panonto” e probabilmente anche peer la mia infanzia….
Elisa

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