Probabilmente quanto sto per scrivere non piacerà alle lettrici di questi post, soprattutto se dotati di marito e prole, ma è quello che io penso….
Premetto che mia madre è una femminista della prima ora, di quelle che negli anni settanta scendeva in piazza per divorzio-cotraccezione-legge 194-parità assoluta-lotta alla violenza alle donne…. e così via. Ha militato da femminista nel “Glorioso Partito” quello di Togliatti-Longo-Berlinguer…. insomma all’epoca falce e martello a gogo…oggi Renzi ma di acqua sotto i ponti ne è passata 😦
Vabbè: un discorso che ho sentito spesso fare da mia madre è quello relativo ai tempi delle donne tra lavoro e cura della famiglia che devono avere pari peso e pari diritti e MAI essere in contrasto o sovrapporsi. Una donna che lavora ha diritto (o dovrebbe avere) a tutti quei servizi che le permettano di portare avanti contemporaneamente una famiglia con figli e marito (oltre a un marito collaborativo e che divida i compiti con lei, ma qua il discorso si farebbe lungo): asili nido, scuole materne, servizi per l’infanzia, trasporti comodi, orari flessibili quando i bimbi sono piccoli, ecc… Ma mia mamma era anche molto tassativa nel sostenere che mai e poi mai per poter ovviare alla mancanza dei servizi di cui sopra si dovesse puntare sulla riduzione dell’orario di lavoro o sulla rinuncia al lavoro retribuito o simili…
Insomma se stai in ufficio, stai in ufficio e io Stato ti garantisco tutto quello che ti serve per accudire il o i pargoli dall’asilo o al permetterti di detrarre dalle tasse la spesa della baby sitter, come accade ad esempio in Francia, dove le detrazioni per le spese familiari sono serie e non quella sottospecie di presa in giro che abbiamo noi in Italia.
Tutto questo per spiegare la mia contrarietà alla concessione da parte del mio Ente alle neomadri della possibilità di telelavorare da casa per accudire i pargoli ancora piccoli, che poi ti capitano scene come quella che è capitata l’altro ieri a me su di una pratica che comportava il pagamento di una somma di denaro in favore di una signora che non andava a buon fine perchè mal gestita da una mia collega in telelavoro. Io la chiamo e la sento parlare con voce di oltre tomba “sai il bimbo sta dormendo e non vorrei svegliarlo”
io: “a nom sapevo fossi a casa se vuoi chiamo più tardi”
collega”No, dimmi pure, si è vero mancano alcune cose ma sai, per me è un po difficile passare in ufficio…”
io:”allora chiamo la tua collega in ufficio e chiedo a lei”
collega”No, no aspetta le mando una email io….! a questo punto si sente un urto e una imprecazione e poi la mia collega mi fa. “scusa ma mio figlio stava cercando di fiondarsi giù dalla culla, aspetta che lo prendo un attimo ma tu continua pure a spiegarmi”
Beh, provate voi a parlare con un bimbetto che oltre a essere un papabile campione di tuffi secondo me potrebbe candidarsi per la carriera da Tenore, visti i polmoni che ci mette nell’urlare, prima sfondandomi i timpani e poi rosicchiando, mi è poi stato detto dalla collega mamma, la cornetta del telefono….
A quel punto chiudo la telefonata, saluto mamma e bimbo e vedo di aggiustarmela per i fatti miei, senza chiedere alla collega “non neomamma” rimasta in ufficio, che essendo rimasta da sola a presidiare il servizio, del “telelavoro” ne pensa il peggio, del peggio e fosse per lei saremmo un paese a “crescita sottozero”.
Elisa
i tempi delle donne
23 FebSingle privilegiati?
16 FebProbabilmente chi passa di qui a leggere le quattro cazzate che scrivo è sposato/a con prole. Beh. io no! Appartengo alla categoria dei 1 su 3 italiani single che vive da sola e francamente arcistufa di sentirmi dire da in stragrandemaggioranza colleghe “beata te che sei single, niente figli da mantenere agli studi oppure disoccupati a casa con mammà e papà”, come se questo volesse dire che sono milionaria in euro. Ecco adesso arrivato su tutti i media questo studio qui sotto:
http://www.repubblica.it/economia/2014/02/15/news/single_crisi_coldiretti-78650242/?ref=HREC1-17
Io spendo molto di più cari colleghi, perchè le monoporzioni costano un botto e sono pressochè introvabili e allora campo con pacchettini autoprodotti di monoporzioni accumulati nel freezer, perchè stufa di buttare roba da mangiare andata a male, e nonostante presti molta attenzione a conprare il giusto spesso mi capita di buttare roba scaduta o andata a male. E il riscaldamento e la luce la pago nella stessa misura di una famiglia di tre-quattro persone, solo che io non la posso dividere per quattro. Le lavatrici le faccio sempre a mezzocarico e meno male che esiste la possibilità dei lavaggi economici. I miniappartamenti (40mq ca) sono le pezzature più care e più introvabili sul mercato immobiliare (in vendita o in affitto), spariscono subito e costano in percentuale molto più di un appartamento di 80 o 100 mq, causa legge della domanda e dell’offerta. Provare per credere, perchè tra single di ritorno, vedovanze, trasferimenti per ragioni di lavoro, ecc… di gente che vivie sola ce n’è sempre di più. Se girate nel vostro quartiere e andate a leggere i vendesi che ingialliscono sui portoni dei palazzi, potrete accorgervi che si tratta per lo più di case dai 100 mq in su.
Non facesse tanto il moralista il giovane rampollo ex FIAT John Elkan, sui giovani che non si mettono in gioco, in quanto senza un lavoro stabile, mettere su casa non è uno scherzo. A meno che un lavoro stabile non lo offra lui, ma uno che con la sua azienda continua a mungerci soldi in casa integrazione straordinaria per i suoi dipendenti senza ottemperare all’obbligo di investire per rilanciare in Italia la sua anzienda, ma solo per delocalizzarla – a spese nostre – all’estero, ci sta leggermente prendendo per il culo!
Elisa
festa per pensionamento
13 FebCome già accennai qualche post fa, sono arrivati i primi due pensionamenti post riforma Fornero. Due colleghi che sessantacinque anni non li hanno ancora ma hanno ben 42 anni di lavoro sul groppone e quindi, giustamente, non vedevano l’ora di starsene a casa. E oggi ultimo giorno di lavoro e festa in Direzione con banchetto e regali, abbracci e arrivederci. Dire che i miei due colleghi fossero radiosi non rende bene l’idea: una si trasferirà al suo paese sulla costiera amalfitanta con il marito e scusate se è poco! L’altro collega è di Torino ed è diventato da neanche un mese nonno e intende godersi la nonnitudine a tempo pieno. Insomma tutti a festeggiare!!
Tutti? Manco per niente, al solito il mio ufficio si distingue per stronzaggine acuta e su sei eravamo in tre: una ha fatto che mettersi in ferie dicendo “tutte cavolate ste feste sono solo finzione, per venire al lavoro a far niente me ne sto a casa che ho altro da fare” (modello di simpatia!!!), e due non sono proprio saliti a salutare e a brindare. E pensare che i miei due colleghi sono scesi apposta nei loro uffici per invitarli!!!!
Io capisco (MA ANCHE NO!!!!) che ti possa stare sullo stomaco che c’è chi ha finito il suo ciclo lavorativo e che dopo anni di lavoro giustamente godrà dei contributi versati, ma se a te non te tocca perchè sei più giovane o hai meno anni di versamenti non è colpa dei colleghi che festeggiano. Ci fai solo la figura del pitocco.
Io sono molto contenta per loro e spero che si rilassino, si divertano e siano sereni da qui in poi. Bisogna imparare a prendere le cose giorno per giorno con positività senza farsi troppe paranoie. Serendipity lo chiamano questo modo di pensare. Io devo aver già frequentato il Master per svilipparlo 🙂
Elisa
ho le mie storie
6 FebOggi al bar due operai di una ditta di manutenzione pranzano al tavolo accanto al mio al baretto sotto l’ufficio. Stanno parlando dei loro figli e di come non li rispettino e loro non riescano a farsi ad obbedire.
“il mio quando gli dico di fare una cosa mi manda a fanculo”
“il mio gli dico perchè non studi e mi dice di farmi i cazzi miei, e se gli rispondo che le tasse e i libri che ti pago sono cazzi miei, lui mi manda a stendere ed esce di casa sbattendo la porta!”
Poi il gemitore accanto a me si sfoga: “mi ha chiamato la scuola per dirmi che mio figlio fa troppe assenze, che rischia la bocciatura se non la smette di non presentarsi a lezione e se non studia, io ci provo a essere severo ma mia moglie guai se urli, figurarsi un ceffone, devi parlarci e convincerlo…. Si, come no. tanto lui fa quello che vuole. Comunque torno a casa lo becco e gli dico delle assenze e che cazzo fai tutto il giorno in giro invece di andare a scuola!!!!
E lui tranquillamente dice “non sono cazzi tuoi, ho le mie storie!” Sono uscito a fumare fuori sennò gli tiravo due sberle.
A parte che io altro che due sberle gli avrei tirato, ma se avessi risposto così ai miei tempi della scuola a mamma o papà mi avrebbero fatto girare la testa come una trottola a ceffoni!!!
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Elisa