Quando ho letto il nome sul display del telefono in ufficio sono rimasta stupefatta. Il collega che a cercarlo tu non lo trovi manco a pagarlo d’oro mi sta cercando!!!!
Si cerca proprio me, perchè ha saputo che io soffro di una malattia e schiarendosi la voce e con imbarazzo pronuncia la fatidica parole: epilessia. Non ne ho mai fatto segreto, del resto.
Il fatto è che la sua bambina di sei anni da tre mesi ha crisi notturne (povera bambina dico io 😦 ) e non è mai bello essere malati, figuriamoci da bambini. Lui mi chiama per sapere se posso indicare un medico. Io parlo di medici e centri che in zona si occupano specificamente di bambini e lui li ha sentiti praticamente tutti. No ne cerca altri, anche a pagamento- e lo sottolinea più di una volta. Io penso che sia inutile, in questo caso, rivolgersi a neurologi privati, perchè il meglio lo trovi in centri pubblici, dove lavorano specialisti validissimi e seri. E poi sono sempre aggiornati su eventuali nuove terapie, molto prima dei privati. “Si, si capisco, ma….” e insiste sul tema “ricerca di altri specialisti in zona o no”. Io allora continuo sostenendo che andare in centri o ospedali diversi potrebbe avere senso se ci fossero delle situazioni particolari, sindromi o altre malattie rare (ma per fortuna questo non è il caso della bambina)…”si, certo anche questo mi è stato detto, ma…..”
ed ecco che arriva la domanda delle domande, quella che ormai puntualmente arriva a questo punto e dovrei averci fatto il callo: “vorrei uno specialista per poter… insomma… eventualmente verificare che non si tratti proprio di epilessia!”
E allora la sottoscritta respira. conta fino a dieci per non dire quel che vorrebbe dire (mandare a stendere) e dice più o meno la stessa tiritera
1) circa il 70% delle epilessie infantili regredisce e scompare con la crescita (alleluia e deo gratias)
2) anche se non rientrasse in questa eventualità si può benissimo avere una vita normalissima -studiare, avere figli, lavorare, ecc….
3) la maggior parte delle epilessie si controlla benissimo con i farmaci
4) è una malattia molto diffusa (1 persona su 100) e la ricerca va sempre avanti
e lui “si, certo, ma giusto per essere sicuri!”
Sono delle idea che se avessero diagnosticato alla bambina qualcosa di peggio (tipo una leucemia) ma di diverso l’avrebbe accettato più facilmente. Credeteci
Resto sempre basita di tutto questo.
Elisa
Pregiudizi
2 Ott13 Risposte a “Pregiudizi”
Trackbacks/Pingbacks
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18 ottobre 2014
[…] Origine:: https://sportelloutenti.wordpress.com/2014/10/02/pregiudizi/ […]
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Non sapevo x ignoranza che l epilessia fosse così diffusa. A dire il vero nessuna delle persone che frequento o frequentavo ne ha sofferto.
Capisco cmq l ansia di un padre nei confronti della propria bsmbina.
Sherabbraccicari
Anche io capisco l’ansia di un genitore e fino a poco tempo fa non sapevo fosse così diffusa, ma un giorno qualcuno parlandone mi ha detto che ognuno di noi ne conosce, direttamente o indirettamente, almeno tre o quattro, in quanto le persone con cui mediamente per lavoro o amicizia o parentela abbiamo rapporti è di circa 400 persone. (chi più chi meno)
Vero o sbagliato non so
Abbracionissimi Shera 🙂
Elisa
Anche a te abbraccissimi. Oggi bel sole…stasera pioggia.
Shery
Io so di aver avuto dei ragazzi, in passato, malati di epilessia.Lo so perchè se n’è parlato in consiglio di classe, ma diversamente non me ne sarei mai accorta, perchè non hanno mai avuto crisi. Purtroppo l’ignoranza dilaga, ma certe persone dovrebbero almeno avere un po’ di delicatezza. Purtroppo di questi tempi il buonsenso non va più di moda. 😦
Infatti questa bimba ha crisi solo di notte. Non vorrei essere nei suoi panni e in quelli dei genitori che hanno paura di quello che possa succedere e le auguro di entrare nella percentuale di chi, crescendo, guarisce. Il tatto non è di tutti, ma pazienza 🙂
Elisa
Non c’entra,. ma mi pareva di aver letto che le persone che possiamo conoscere, in una vita “normale”, non superano il centinaio.
Certo noi insegnanti… ma forse normali non siamo !
Anonimo SQ
Quando mi è stato detto delle 40 persone (tieni conto che non sono solo amici che frequentiamo o parenti ma gente che vediamo più o meno frequentemente o con le quali abbiamo avuto in passato contatti) beh, io che no sono l’espansività fatta a persona per carattere e per situazione personale. mi ci sono ritrovata più o meno: tra parenti, amici attuali e passati, compagni di scuola. colleghi e persone che incontri spesso in s ituazioni varie e che magari al di fuori di quelle situazioni non vedi (medici, persone che vengono con te in palestra, associazione di volantariato) beh mi ci avvicino.
Un insegnante può passare alle migliaia di sicuro 🙂
Elisa
400 sorry
Sono dell’idea che voglia trovare il medico n. mille che gli dia la cura miracolosa per guarirla.
Certamente e comprensibilissimo, ma purtroppo se già dieci medici ti dicono la stessa cosa è inutille martoriarsi
Elisa
O.T. Volevo anche io come prima opzione scegliere il tuo nickname che mi piace tantissimo 🙂
Elisa
E’ che certi non si rassegnano neanche dopo aver contattato tutti i medici d’Italia. Invece di ringraziare mattina mezzogiorno e sera che il/la figlio/figlia non ha qualcosa di mortale.
O.T.
Potremmo fare il Club delle Impiegate Sclerate, credo proprio che saremmo moltissime. Potremmo pure fondare un sindacato di categoria. XD
Penso che sia solo preoccupazione da parte di un papà che si trova ad avere a che fare con una malattia che conosce poco e (soprattutto) male, magari per aver visto qualche scena in un film… e poi calcola che quando c’è di mezzo tuo figlio, i neuroni tendono sempre a sbarellare un po’, prima di mettersi in carreggiata e farti affrontare una sua malattia con un po’ di buonsenso (io ad esempio mi sono innervosita molto più del necessario quando a lugglio all’Aquilina, sotto antibiotico già da 5 giorni per l’otite, è venuta improvvisamente la febbre a quasi 39°…).