Seconda giornata di laboratorio scolastico questa volta con due classi di due seconde elementari e questa volta il confronto tra due modi di fare l’insegnante è stato stridente e sconvolgente, almeno per me che non bazzico le scuole elementari.
Un tot di post fa avevo raccontato che sarei stata coinvolta in una attività di laboratorio con le scuole dal nome “Dal disagio all’empatia” per spiegare ai bambini come rapportarsi con compagni di classe più sfortunati di loro.
Nelle prime due ore abbiamo trovato due giovani maestre partecipi, interessate e anche “emozionate” neli vedere i loro bambini coinvolti e attenti alle attività di gioco proposte dalla nostra educatrice. Tenete conto che in questa classe si trovava una bambina con problemi di autismo che non parla se non tramite gesti incomprensibili e un libro di disegni e lettere stile tastiera del PC. “Sarà difficile coinvolgerla”, aveva detto la maestra di sostegno che la accompagnava.
Uh mamma, ho pensato, ma vabbè! I bambini in cerchio, con due maestre giovani sorridenti insieme a loro, hanno alzato tutti la manina quando si trattava di spiegare cosa fossero per loro le emozioni, su come si sentissero in quel momento Tutti i giochi sono filati lisci come l’olio: l’orologio dell’umore, il gioco dello specchio, della statua, ecc… e persino colorare la scheda finale…. e la bimba “con problemi”? Ha partecipato a tutti i giochi e ha persino colorato tutte le sue schede lasciando due maestre sbalordite e soddisfatte che non la smettevano più di ringraziare e di invitarci a tornare 😮 “Noi eravamo molto perplesse, ma ora siamo felicissime di aver partecipato”. Io emozionata come e più di loro.
L’altra classe è stata un disastro, un po’ per via di una bambina che non si è sentita bene e ha rigettato la merenda mentre l’educatrice cercava di cominciare il laboratorio e la maestra era uscita alla ricerca del padre e a rispondere al cellulare a una sua collega. Io cercavo con lo scottex di evitare che la povera si sporcasse tutta. Alla fine bimba cadaverica accompagnata all’ingresso all’arrivo del padre e maestra che “scusate se non partecipo ma ho delle verifiche da correggere” e si mette alla cattedra a guardare quaderni e fogli senza degnarci di uno sguardo…ah si, ogni tanto acchiappava una macchinetta fotografica digitale e faceva qualche foto.
Bimbi insopportabili, attenzione zero, ma soprattutto….. non sapevano dare una definizione precisa di cosa fossero le emozioni… parole come paura, gioia, imbarazzo sono state tirate fuori dalla nostra educatrice con fatica e con le pinze….
Ma il top è stato verso la fine quando la maestra ci ha detto “scusate tanto, ma il prossimo incontro sarebbe da spostare, perchè abbiamo un importante laboratorio di teatro e lo abbiamo fissato già da un bel po’ di tempo” Notare bene il nostro era fissato dal mese di ottobre… ma lasciamo perdere….
E io. ” Non c’è problema Signora, sposto io il mio giorno di ferie” e allora volete vedere una faccia basita di una maestra stronza? “Ma come, lei ha preso ferie per venire quiiiii”
Ma guarda un po’. c’è chi le cose le prende sul serio (non l’ ho detto, ma l’ho pensato)
Questa al prossimo laboratorio rischia di non arrivarci.
Elisa