Io ogni mattina prendo un autobus che dal centro va verso l’estrema periferia sud della città. In realtà prosegue verso cittadine della cintura, ma il mio ufficio si trova più o meno all’imbocco della tangenziale e scendo prima. E’ un autobus frequentato a seconda di come mi sbrigo la mattina alternativamente da operai marocchini, nigeriani, e altre nazionalità (se preso prima delle sette e trenta) o da studenti di scuola media superiore (se sono in ritardo). Ora spesso riesco a prenderlo presto e mi trovo quasi sempre costretta a chiedere a un giovane ragazzo di nazionalità per la maggior parte nord africano ad alzarsi per sedermi anche io. Vedi un’aria di incazzatura e fastidio che si legge anche se sei mezza addormentata. Una mia amica maestra di arabo e mediatrice culturale per il Comune mi ha spiegato che per loro è fastidioso sedersi vicino ad una donna soprattutto non islamica. Ci sono persone che se ti siedi vicino attaccano a salmodiare non so che cosa parlando a voce alta da soli!!!!
Ho assistito di persona al livello di aggressività verbale, e anche fisica, che questi ragazzi riescono a raggiungere quando i controllori GTT li trovano senza biglietto e gli chiedono i documenti. Infatti ora i controllori girano insieme alla polizia municipale e a controllare i biglietti sono in sei e non più in tre, distogliendo gli agenti da altre utili attività.
E le loro mogli? Parliamone, quelle più “avanzate” hanno frequentato corsi gratuiti e sacrosanti organizzati da associazioni di volontariato come la Casa delle Donne per studiare l’italiano partendo da un assoluto analfabetismo in lingua madre, hanno imparato a guidare, preso la patente, qualcuno anche preso un titolo di studio Giustissimo, ci mancherebbe altro! Hanno usufruito dei servizi di assistenza e accompagnamento – sempre della Casa delle Donne- per ottenere la casa popolare o ad affitto calmierato, le agevolazioni economiche per le utenze, la mensa gratuita per i figli, ecc… E poi? Spariscono, non le vedi più…. Ok, va bene, Da volontaria so benissimo che non ti devi aspettare gratitudine. Mica ci si deve fidanzare a vita!!!! Ma poi quando veniamo a sapere che la figlia quindicenne che andava a scuola alle superiori, che voleva laurearsi , l’hai spedita nel paese di origine per sposarsi un quarantenne, oppure l’hai tolta da scuola per sposarsi con un connazionale venuto da poco in Italia…..mi vieni pure a dire “che serve per salvaguardare le tradizioni e il credo religioso???”
Hai sacrificato la tua stessa prole femminile sull’altare della tua indipendenza???? Ma che madre sei?
E ora questa cultura, questo modo di pensare che ci considera – soprattutto noi donne -delle pezze da culo ce la troviamo alle porte armata e violenta e dobbiamo anche stare tranquilli e aspettare che se ne occupi l’ONU??? Cosa dobbiamo aspettare che ci bombardino la Sicilia? Che ci facciano saltare in aria qua e la?
Io sono preoccupata e incazzata, soprattutto per le mie e i miei nipoti e pronipoti (quando arriveranno)
Elisa