Assorbenti igienici

6 Nov

Ieri sono andata a vedere, dopo molta indecisione, il film di Loach “Io sono Daniel Blake”. Di fronte a questo genere di film sono come di fronte alle puntate di Report o Presa diretta: mi monta una incazzatura a mille, spero che qualcuno il giorno dopo denunci, si muova, licenzi, legiferi…. e poi niente di niente. Tutto va ben madama la marchesa! 

Il film racconta di due povertà quella del manovale bravo ed onesto che resta senza lavoro a causa di un infarto e che da una burocrazia cieca e meschina non riceve la pensione di inabilità al lavoro e quello di una giovane ragazza madre con due bambini alla fame e che, per campare la famiglia e dopo aver provato a cercare un onesto lavoro come domestica a ora nelle case dei londinesi benestanti, si riduce a prostituirsi “ho 300 euro nella borsa, dice all’anziano protagonista quando la scopre, posso  comprare da mangiare e le scarpe nuove a mia figlia” .

Entrambi vengono massacrati da un sistema burocratico cinico che si trincera dietro all’efficientismo 2.0 per nascondere inefficienze e sprechi di decenni di mancanza di controlli su uno stato sociale libero. Mi ricordo, sempre in Gran Bretagna, storie di ragazze madri che, parlo degli anni 90, prendevano l’indennità di disoccupazione per tre anni e gli assegni di maternità e poi lavoravano un paio di mesi come cameriere nei pub e poi altri due anni di indennità di disoccupazione. Fancazzismo mantenuto dallo stato.

Noi in Italia non stavamo messi meglio: pensioni a 14anni6mesi1giorno, o a coltivatori diretti senza una lira di contributi versati, promozioni all’ultimo momento per andare in pensione con il massimo possibile dell’assegno. Paradiso del retributivo

Oggi tutti paghiamo questo spreco immane: in pensione con ennemila anni e magari si potrebbe anche essere così carini da passare direttamente dalla scrivania-impalcatura-tornio alla tomba? Sennò cazzi tuoi ti paghi terapie, farmaci, ecc… di tasca tua.

Però far pagare le tasse a chi evade, no?

Vabbè io mi sono incazzata…. e sono ancora privilegiata perchè, a oggi, un lavoro ce l’ho. e la salute, tutto sommato, abbastanza bene.

Per concludere, nel film fanno vedere la ragazza che va al Banco Alimentare a prendere i viveri per se e i bambini e ho capito, non ci avevo mai pensato, cosa comprare la prossima volta che incontro i volontari al supermercato.

 

 

 

 

Gotta Catch’em All

4 Set

Ma non vedo bene quelli sopra i profilattici sono nomi? Della serie tanto non funzionano?
Concordo in tutto chi ha concepito sta campagna quel giorno sl era fumato il cervello. … o altro

Burocrazia mon amour

6 Mag

Ho letto giorni fa di un ex magistrato (o che cavolo era) in pensione, consulente di vari ministeri, che ha scritto un libro su come deve fare un perfetto ufficio pubblico per non funzionare nel migliore dei modi. E ho riconosciuto, molto in piccolo il mio, dove le pratiche scottanti passano in un andirivieni parabolico dalla scrivania di un povero funzionario livello basico fino al massimo dirigente e ritorno, passando attraverso vari step intermedi tra le mani di: capoufficio-caposervizio-dirigente di sede-dirigente regionale-e direttore regionale che stabilisce che per decidere serve il parere dell’avvocatura di ufficio, del tecnico di struttura, e poi ….. del collega esperto che si trova nella sede di x e che lo si convoca apposta o lo si ascolta al telefono o via email. Che poi quest’ultimo è l’unico che ci capisce qualcosa su quel determinato argomento e magari è un tuo parilivello che tu avevi già sentito e consultato a tua volta via email o telefonicamente come fai di solito quando hai dei dubbi su una pratica. Il collega esperto non è che sia particolarmente formato e abbia fatto chissà che studi ecc.., ha solo la sfiga di essere l’unico che, a causa di pensionamenti e mancate assunzioni, svolge da anni con coscienza e diligenza il suo lavoro. E al terzo e quarto avanti e indietro della pratica tra sottocapi e capi e supercapi il collega ti vede disperata e ti aiuta a risolvere il problema e a portare a termine il tuo lavoro….. che poi, nella fattispecie, vuol dire fare l’interesse e dare un servizio che per un Ente è un obbligo e per un Cittadino è un diritto.

Poi si stupiscono se qualche volta mi incazzo.

 

Bus economy: immigrati di ieri e di oggi e il fisco

17 Apr

Solito pullman solito giro, ma questa volta ho avuto la pessima idea di mettermi a leggiucchiare il mio settimanale preferito che in prima pagina parlava dei Panama Papers e dei ricconi che riescono ad eludere milionate di euro al fisco italiano. Vicino a me sono seduti un signore con aria stanca e scazzata e una ragazza nord africana con fidanzato a occhio e croce di origine egiziana o tunisina.

Riassumendo una oretta di conversazione, attacca il signore con una filippica che non finisce più di come lui, di origini calabresi, paesello di mare, stesse bene ai tempi in cui da giovane faceva il marinaio sulle navi militari italiane ai tempi della guerra in libano (primi anni ottanta) e intifada palestinese a pattugliare i mari e portare rifornimenti ai militari coinvolti e guadagnava bene fino a 5 milioni di allora che poi sparivano per aiutare la mamma, la sorella, sistemare la casa al paese, ecc…. fino a quando la famiglia decise che era un lavoro pericoloso e che doveva essere cambiato e lo convinsero a seguire un’altra sorella a Torino e a lavorare come operaio “stipendio, quando andava bene, un milione e duecontomila lire”. E poi…. a Torino mi sono ammalato di bronchite cronica, e mi sono svenato a comprare casa, mutuo ecc…. Ora è andato in pensione, tornato al paese,  affittato l’alloggio a una coppia di Torino che non gli paga l’affitto ed è dovuto tornare dalla Calabria per cercare un avvocato per lo sfratto ecc…. Morale della favola? Tra cedolare secca sull’affitto non riscosso, avvocato, IMU ecc… ci ha solo rimesso …..ABBASSO IL 730!!!

A questo punto  la ragazza faticosamente in italiano stentato racconta di essere arrivata dall’Africa due anni fa dopo anni di traversie compreso barcone che per fortuna non è andato a fondo, ricongiunta alla sorella, trovato lavoro in una famiglia, preso in affitto una sottospecie di mini-schifezza di appartamento (350 euro più spese) in periferia e 730 da fare andando al CAF per la prima volta e non ci capiva nulla ma doveva fidarsi, ecc……”ma noi stranieri si paga tutto. mica come la coppia che ha affittato casa sua!!” rivolto al signore……

Prendi, incassa e porta a casa

Immigrati di ieri e di oggi, cosa li unisce? L’Europa? Il Diritto? La libera circolazione?

Noooooooooo! Le tasse….

Elisa

Assurdità burocratiche

11 Apr

Ovvero recarsi in ospedale per una visita medica e per richiedere la propria cartella clinica e….

Un gentile quanto addormentato impiegato  strabuzza  gli occhi, si strofina i capelli e mi chiede  se avevo fatto la richiesta. Io rispondo che l’avevo fatta alla fine di marzo e mi era stato detto che in una settimana avrei ricevuto il tutto.

Naturalmente non si è preoccupato neanche di andare a vedere se la mia richiesta era o non era arrivata…. e strofinandosi nuovamente i capelli con aria da “urca tutte a me capitano stamattina” continuava a ripetere che non capiva, non sapeva, non trovava….. A salvarlo da un mio tentativo di strangolamento o, più semplicemente di scavalcare il bancone e andare a ficcanasare in mezzo alle pile di bustoni visibili in bella mostra dietro il giovin ragazzo, arriva un collega che mi chiede quando ero stata operata, ricoverata e zac! in un nano secondo mi tira fuori la cartella bella impacchettata e pronta da una delle tante pile di bustoni….. e poi la mette via in un contenitore 😮 !!!

Io strabuzzando gli occhi chiedo spiegazioni sul perchè non mi venga consegnata, ed ecco che mi si spiega che siccome esiste un contratto di appalto con un ditta privata per la consegna delle cartelle cliniche ai pazienti dimessi dagli ospedali, devo andare a prenderla da loro fra qualche giorno e quindi l’ospedale, oltre pagare la ditta in questione che -evidentemente- non aveva ancora mandato avanti la mia richiesta, dovrà pagare il corriere per la consegna e io sbattermi ad andare a prenderla da un’altra parte e lontano da casa mia…..

Ma Vaff….

Elisa

 

Volontariato 2.0

21 Mar

Io faccio volontariato in una associazione che si occupa di persone che soffrono di epilessia come me. Sono tesoriera e volontaria. Ci arrabattiamo per portare avanti ennemila cose in poche persone, sportello informativo, laboratori, manifestazioni e incontri informativi,  con soldi zero o più o meno.  Sono una persona anche normalmente tranquilla, ma poi ti capita quel giorno che vorresti strozzare qualcuno…e soprattutto quel volontario storico che ha dato le dimissioni da tutte le cariche e si fa vivo solo quando vuole essere ascoltato e pontificare su come dovrebbero essere fatte le cose, su come si lavorava bene una volta, su come funzionavano meglio, c’erano più soldi (grazie al ca@@o! ce ne erano più per tutti) ecc… e tu prima gentilmente e poi in crescendo cerchi di fargli capire che le cose sono cambiate.

“a come era bello che tu ricevevi le persone qui in sede, parlavi con loro, le coinvolgevi, si organizzavo uscite, gite, ecc…” (a-gratis, perchè pagava la Provincia, aggiungo malvagiamente io)

Alla fine non ce l’ho fatta più e ho sbottato: “Senti un po’, ma ti sei accorto di come è cambiato il mondo, ora si comunica su internet, esiste una cosa che si chiama facebook dove di gruppi che parlano di epilessia ce ne sono ennemila, anche di ben moderati e chi si vuole informare per prima cosa va lì”

e lui “Io mi rifiuto di andare su facebook!” …….

…allora vuol dire che sei proprio fuori dal mondo, ragazzo!!! Aggiornati!!!!

Non ho usato parole così dirette, ma il succo era quello….deve aver capito perchè ha salutato e se ne è andato con la coda fra le gambe.

Far sentire un idiota chi ci si comporta a volte sono soddisfazioni!!!!!

 

 

 

Neanche una donna

28 Feb

Cioè il centrosinistra a Roma non candida neanche una donna alle primarie. L’unica donna che si è autocandidata è una ragazza autistica ed epilettica per voce del padre con un programma semplice e chiaro: fare una città a misura di invalido, di persona bisognosa di tutele, perché non siamo noi a dover diventare super economisti, diplomatici, superman della burocrazia per farci largo e farci valere in questo Paese, ma è il Paese che deve calarsi nei nostri panni…. Vabbè, voterei volentieri la mamma o il papà di questa ragazzina, perchè gli altri cinque candidati che si sono parlati addosso erano a dir poco penosi. Roba che se per il centrodestra si candidasse la Meloni, le basta il primo turno. Sto diventando antipolitica a mille e la cosa mi fa impressione perchè il qualunquismo l’ho sempre odiato, e non porta a nulla se non i grillini in Parlamento con in risultati che si sono e si stanno vendo. Esiste un antidoto? L’unico che mi viene in mente, per ora, è tirare un sospiro di sollievo che non voto perchè nel mio paesello quest’anno niente amministrative…. anzi, oops ho scoperto che ci sarebbe un referendum per fermare le trivellazioni in giro per cercare il petrolio sul quale vi è il silenzio assoluto. Mi dovrò informare da sola….

A proposito di invalidità ci sarebbero un tot di considerazioni da stendere con calma su come viene gestita in Italia e su alcun personali esperienze sulla 104

Cappero ho scritto un post!!!!

Elisa

 

Spose e damigelle

28 Mag

Avete presente il film il Padre della Sposa con Spencer Tracy o più recentemente quel film con la Jennifer Lopez nei panni di una wedding planner? Pare anche ci sia un film con una ragazza che fa la damigella per 19 volte….ma mi manca e ora dovrò cercare la cassetta…. Pensavo fossero americanate assurde e anche un po’ comiche…fino al giorno in cui mio nipote non si è sposato con una ragazza americana….a Roma. Ed ecco allora che si è aperto un carosello di vestiti per le damigelle, tutti rigorosamente uguali, vestiti per damigelli, idem e con le cravatte in tono, e corteo nuziale in chiesa. Ora il giorno prima della grande celebrazione ci si trova tutti in chiesa con il parroco, di origine statunitense, che spiega come procedere. “prima entro io, poi la madre dello sposo con lo sposo, poi la madre dello sposa con il nonno, poi la nonna con il padre dello sposo, le damigelle con i damigelli e infine padre della sposa con la sposa” il tutto condito da canti e marce nuziali. Tutto bene? No affatto. perchè a questo punto si incazza la nonna della sposa, un donnone grande e grosso e con una aria da generale in tenuta da guerra, si scoccia di essere l’unica a non sfilare, e vuole assolutamente farlo anche lei….ma i maschietti della famiglia sono finiti!!!!” Sembra abbozzare, senonché, il pomeriggio del matrimonio, con un balzo che manco i marine allo sbarco in Normandia, caccia indietro nonna e padre dello sposo, abbranca il braccio sinistro del consorte…e sfilano in tre: nonno, nonna e madre della sposa!!!!

Arriva al suo posto in prima fila incazzata nera perchè a quel punto dal lato degli invitati dello sposo ci si è messi tutti  a ridere più o meno sommessamente… i filmini pare siano stati censurati in questo punto!!!!

A questo aggiungetevi un tot di simpatici disguidi: Limousine con sposa e damigelle, che le ha mollate a cento metri dal sagrato della chiesa perchè “nun ce se passa” (falso!) e le poverette si devono arrampicare con tacchi altissimi camminando su sanpietrini e pietre rese scivolose dalla pioggia (mi sono dimenticata di dire che pioveva, ovviamente 😮 )

Pullmino che doveva raccogliere gli invitati in giro dagli alberghi in ritardo e che aveva saltato alcune tappe

Macchina che doveva portare in chiesa padre e madre della sposa, che si è rotto e tutti si sono dovuti poi accalcare sul pullmino accorso in loro aiuto.

A parte queste piccole sciocchezzuole, ovviamente auguro ai miei nipoti tutto il bene di questo mondo,

…..e a me…. basta matrimoni american style,. please 🙂

Laboratorio empatia resoconto finale

12 Mag

Lo so che i numeri possono sembrare freddi, ma un anno scolastico (quasi perchè abbiamo finito a fine aprile) di laboratorio con le scuole elementari hanno coinvolto:

16 classi

300 alunni

35 insegnanti

Tutti felicissimi di aver partecipato

con due educatori e quattro volontari che si sono alternati facendo i salti mortali e prendendo ferie dai loro posti di lavoro per partecipare, Una impiegata comunale, quella che finanzia il progetto, a dir poco entusiasta che intende pubblicizzare al massimo la nostra piccola associazione e le attività.

Siamo contentissimi, ma oggi sono reduce da un incontro con il commercialista del Centro Volontariato della Provincia. Ora, siccome gli educatori non sono volontari ma professionisti che fanno questo di mestiere, qualcosa abbiamo dovuto dare come compenso, giustamente, Del resto i soldi del Comune ci sono dati per pagare la loro attività.

Morale? Per poche centinaia di euro  a testa ci tocca presentare:

Certificazione Unica, Modello 770, e dichiarazione IRAP e per quest’ultima solo la dichiarazione perchè non dobbiamo pagare nulla, ma trattandosi di lavoro a tutti gli effetti potrebbe essere soggetta a tassazione!!! E la nostra è una associazione di volontariato che non ricava mezzo centesimo da quello che fa e spesso dobbiamo sborsare qualcosina noi per integrare le spese spicce di funzionamento.

A proposto ,indovinate a chi toccano queste simpatiche incombenze amministrativo-fiscali alla luce del “tanto tu fai la contabile come lavoro” ?

Vabbè, meno male che vado in ferie a  fine agosto!!!! 🙂

Eliisa

chiamale se vuoi emozioni

20 Apr

Seconda giornata di laboratorio scolastico questa volta con due classi di due seconde elementari e questa volta il confronto tra due modi di fare l’insegnante è stato stridente e sconvolgente, almeno per me che non bazzico le scuole elementari.

Un tot di post fa avevo raccontato che sarei stata coinvolta in una  attività di laboratorio con le scuole dal nome “Dal disagio all’empatia” per spiegare ai bambini come  rapportarsi con compagni di classe più sfortunati di loro.

Nelle prime due ore abbiamo trovato due giovani maestre partecipi, interessate e anche “emozionate” neli vedere i loro bambini coinvolti e attenti alle attività di gioco proposte dalla nostra educatrice. Tenete conto che in questa classe si trovava una bambina con problemi di autismo che non parla se non tramite gesti incomprensibili e un libro di disegni e lettere stile tastiera del PC. “Sarà difficile coinvolgerla”, aveva detto la maestra di sostegno che la accompagnava.

Uh mamma, ho pensato, ma vabbè! I bambini in cerchio, con due maestre giovani sorridenti insieme a loro, hanno alzato tutti la manina quando si trattava di spiegare cosa fossero per loro le emozioni, su come si sentissero in quel momento Tutti i giochi sono filati lisci come l’olio: l’orologio dell’umore, il gioco dello specchio, della statua, ecc… e persino colorare la scheda finale…. e la bimba “con problemi”? Ha partecipato a tutti i giochi e ha persino colorato tutte le sue schede lasciando due maestre sbalordite e soddisfatte che non la smettevano più di ringraziare e di invitarci a tornare 😮 “Noi eravamo molto perplesse, ma ora siamo felicissime di aver partecipato”. Io emozionata come e più di loro.

L’altra classe è stata un disastro, un po’ per via di una bambina che non si è sentita bene e ha rigettato la merenda mentre l’educatrice cercava di cominciare il laboratorio e la maestra era uscita alla ricerca del padre e a rispondere al cellulare a una sua collega. Io cercavo con lo scottex  di evitare che la povera si sporcasse tutta. Alla fine bimba cadaverica accompagnata all’ingresso all’arrivo del padre e maestra che “scusate se non partecipo ma ho delle verifiche da correggere” e si mette alla cattedra a guardare quaderni e fogli senza degnarci di uno sguardo…ah si, ogni tanto acchiappava una macchinetta fotografica digitale e faceva qualche foto.

Bimbi insopportabili, attenzione zero, ma soprattutto….. non sapevano dare una definizione precisa di cosa fossero le emozioni… parole come paura, gioia, imbarazzo  sono state tirate fuori dalla nostra educatrice con fatica e con le pinze….

Ma il top è stato verso la fine quando la maestra ci ha detto “scusate tanto, ma il prossimo incontro sarebbe da spostare, perchè abbiamo un importante laboratorio di teatro e lo abbiamo fissato già da un bel po’ di tempo” Notare bene il nostro era fissato dal mese di ottobre… ma lasciamo perdere….

E io. ” Non c’è problema Signora, sposto io il mio giorno di ferie” e allora volete vedere una faccia basita di una maestra stronza? “Ma come, lei ha preso ferie per venire quiiiii”

Ma guarda un po’. c’è chi le cose le prende sul serio (non l’ ho detto, ma l’ho pensato)

Questa al prossimo laboratorio rischia di non arrivarci.

Elisa